Progetto didattico del Prof. Paolo Devescovi - Scuola secondaria di primo grado "G. Pascoli" ad Anzola Emilia - anno 2015-16
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La realizzazione del MAMA ha coinvolto più di settanta ragazzi per un intero quadrimestre sotto la direzione del Prof. Paolo Devescovi, titolare del corso di Arte ed Immagine nella scuola secondaria di primo grado “G. Pascoli” ad Anzola Emilia (BO) - anno 2015-16. Ciascuno ragazzo ha contribuito, con incarichi mirati e differenziati, alla realizzazione dell’opera che raccoglie le immagini degli elaborati grafici prodotti negli anni precedenti. In un momento in cui si parla diffusamente del fare scuola per competenze, ci sembra di aver messo in gioco il massimo possibile vista l'età e la maturità ancora fertile degli allievi. Il primo grande apprendimento che, al di là di quanto imparato nei settori della computer grafica e della conoscenza della Storia dell'Arte, è sicuramente il valore dell'impegno che, se supportato da entusiasmo e abnegazione, ha potenzialità praticamente illimitate nel produrre, elaborare, organizzare e trasmettere informazione e bellezza. Altri apprendimenti trasversali messi in campo sono:
Il valore della virtualità diffusa. Come già profetizzato da Walter Benjamin all’inizio del secolo scorso, le nuove tecniche per produrre, riprodurre e diffondere le opere artistiche hanno radicalmente cambiato il modo di fruire dell’Arte. La massificazione dell’informazione e le moderne tecnologie digitali stanno rendendo obsoleti i muri reali dei musei cittadini che assumono sempre più il compito di archiviazione locale delle opere nella loro fisica unicità. Da un punto di vista della fruizione artistica, l’alta definizione informatica e la facilità di divulgare sul web le conoscenze hanno decisamente liberato l’arte dal fardello dell’originalità ed in effetti tutti i più grandi musei del mondo hanno abbracciato la strada della divulgazione virtuale. Prova ne sia, una per molte, l’Art Project del Google Cultural Institute. Il nostro museo, lavorando sulla virtualità dell’esposizione e sull’emulazione dell’Arte celebre produce cultura per tutti come fosse realmente esistente nel mondo reale. Il MAMA è quindi un museo a tutti gli effetti. Il valore dell'Architettura. In modo analogo all’Arte figurativa la fruizione dell’Architettura tende a non essere più relegata alla costrizione materiale e stiamo assistendo sempre più alla compenetrazione di forme reali e forme virtuali. Basti pensare alla realtà aumentata come ad una delle nuove frontiere dell’Architettura. La strada che stiamo percorrendo è quella aperta da Alois Riegl alla fine del XIX secolo, con la geniale ridefinizione del valore d’uso in Architettura, basato (oggi si potrebbe dire) sul trasporto in sede virtuale dei valori culturali legati ad un opera architettonica. Il nostro museo non ha bisogno di muri reali. Non ci sono opere uniche e preziose da conservare. Molti dei dipinti esposti in immagini sono probabilmente finiti al macero o alla parete di qualche cameretta e, soprattutto, malgrado il disappunto dei giovani autori, sono privi di un valore economico che possa andare al di là del voto scolastico, qualora in esso si voglia riconoscere la premialità della bravura. Questo libera la forma dalla materia e da senso alla cura con cui i ragazzi hanno progettato l’architettura immateriale del museo. |